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Lui & Lei

Prima la madre e dopo la figlia/ 2.


di Honeymark
27.03.2018    |    17.837    |    4 9.7
"La quale lasciò fare con eleganza: era evidente che era una cosa che avevano provato spesso..."
(E' il seguito del racconto di ieri intitolato "Prima la mamma e dopo la figlia")



Quel sabato sera mi presentai come d’accordo per ora di cena nel loro chalet. Mi accolsero festosamente.
- Ti abbiamo preparato una cenetta coi fiocchi. – Disse Jasmine baciandomi sulla guancia.
- Sai anche far a mangiare? – Le domandai gioviale.
- La mamma mi ha insegnato tutto quello che una donna deve saper fare.
- Già, è vero… – Osservai.
Mi fecero accomodare nella camera degli ospiti, mi lavai le mani e poi discesi per mettermi a tavola. In effetti, più che una cenetta era una cena vera e propria. Laura, la mamma, sapeva come costruire l’atmosfera giusta. Mangiammo come lucci e poi io e Laura ci portammo in salotto, mentre la figlia preparava la tavola.
- Una brava ragazza, – dissi di Jasmine. – Ti aiuta anche nelle faccende.
- Di solito non lo fa mai – rispose, versandomi del Whisky. – Ma stasera le avevo detto che dovevo parlare con te un attimo per concordare la serata.
- Parla, – dissi.
- Se va per un certo verso – cominciò, – potresti divenire il nostro riferimento.
- Laura, non voglio impegni…
- No no, non li vogliamo neanche noi. Resteresti libero. – Rise. – Solo che ogni tanto vorremmo che venissi a letto con noi. Come vogliamo noi.
- Cioè?
- Vorrei usarti come uno dei dildi che ho regalato a Jasmine.
- Cosa? Sei impazzita? Io non sono un oggetto.
- Allora non se ne fa niente, – rispose sicura di sé.
- D’accordo, – dissi allora. – Farò il dildo. Cosa hai per la testa?
- Tranquillo e ascolta…
La ascoltai.

Devo dire che provavo una certa inquietudine perché non avevo mai avuto una situazione così strana e mi domandavo ancora come avrei dovuto comportarmi. Poi, visto che loro erano entrambe maggiorenni e io un maiale matricolato, presi la decisione più ovvia: avrei fatto il possibile per assecondarle.
Quando entrò Jasmine, mi alzai e l’abbracciai.
- Che belle che siete tutte due! – Esclamai.
Con ogni probabilità lo erano, ma la mia era una frase fatta che funzionava sempre all’inizio di un rapporto.
- Portate entrambe la gonna, – osservai. – Posso dirigere il gioco per un attimo? Vieni qui Laura?
Mi lasciarono fare.
Mi inginocchiai al loro piedi e accarezzai le loro gambe risalendo le cosce sotto le gonne. Fu una sensazione piacevole che si ripercosse sul mio uccello che apprezzava sempre questi giochetti preliminari.
- Wow… – Disse Laura, più per sua figlia che per sé. – Ti fai ardito, eh?
- Il piacere rilasciato dalle vostre natiche nascoste è impagabile. – Commentai.
- Ora mettiti a sedere e guardaci. – Disse Laura.
Abbassarono la luce e alzarono un po’ il volume della musica. Poi Laura iniziò a spogliare la figlia Jasmine. La quale lasciò fare con eleganza: era evidente che era una cosa che avevano provato spesso. Da quello che avevo capito, la mamma aveva fatto il possibile per tirare su la figlia come si deve, sesso compreso e adesso voleva vederci alla prova. E divertirsi anche lei.
Fatta cadere la gonna della figlia, Laura la girò in modo che mi mostrasse il culo attraverso le mutandine. Mi guardò, fiera dell’effetto che mi faceva la figliola. Anche se lo avevo già visto e violato, quel culo suscitò il mio desiderio. Poi la mamma si inginocchiò e le sfilò anche le mutandine. Lo stava facendo proprio per eccitarmi, insegnando alla figlia i trucchi del mestiere.
Poi Laura si sfilò dal vestito che lasciò cadere a terra. Si portò al mio cospetto, lasciando che stavolta fosse Jasmine a denudarla per me. Infatti la figlia le slacciò il reggiseno, lasciando che la madre si coprisse le tette con le mani. Quando Jasmine si inginocchiò per abbassarle le mutandine, la mamma scoprì anche le tette e portò le mani ai fianchi rimettendosi in bella posa come aveva già fatto quand’era stata con me da sola. Si mostrava fiera.
Mi ricordava Salomè e la Danza dei sette veli che la mamma aveva insegnato alla figlia per far perdere la testa a re Salomone.
Denudate entrambe, si misero un braccio intorno alla vita e si girarono verso di me sorridendomi. Ora toccava a me.
Come d’abitudine quando l’uccello si ergeva verso l’alto, mi spogliai in un baleno. Poi, con l’asta in resta, avanzai verso di loro. E loro fissavano il mio cazzo con avidità, come un uomo che guarda la donna nuda. Mi misi in mezzo alle due per godermi la loro morbida nudità davanti e dietro. Si strofinarono per bene sul cazzo e poi mi trascinarono a letto.
Da subito tuttavia si chiarirono i ruoli. La mamma voleva assistermi mentre chiavavo la figlia, pur desiderando il cazzo anche lei. Agì quindi prendendomelo in bocca a ogni occasione, come per tenerlo ottimale per la figlia. Un amore materno encomiabile.
Chiavai Jasmine faccia a faccia, come se non l’avessimo mai fatto prima, ma in effetti al cospetto della mamma era una cosa che si doveva fare. E poi, lei aveva bisogno di un signor cazzo e io delle sue forme giovanili e generose. Presto però la mamma si intromise per girare la figlia pancia sotto. Me la lasciò montare così da dietro, ma dopo un poco si diede da fare per giungere a quello che voleva. Me lo fece sfilare, le lubrificò l’ano con l’olio biologico, si sedette a cavalcioni sulla schiena della figlia e mi prese il cazzo in mano per portarlo al buco del culo di Jasmine. Da come lo teneva capii che il mio cazzo le piaceva moltissimo, tuttavia proseguì a favore della figlia. Mi aiutò a introdurlo nell’ano i primi centimetri e, quando vide che la cappella era entrata del tutto, mi diede un buffetto sulla natica per invitarmi a incularla e si spostò di lato. Obbedii e stavolta riuscii a sodomizzare la figlia con maggiore facilità di quando lo feci la prima volta. Era come se nel frattempo si fosse allenata.
Anche la mamma sembrava soddisfatta del risultato. Jasmine cominciò a gemere e la cosa riempì di soddisfazione anche Laura, la quale si portò dietro di me per accarezzarmi coglioni e buco del culo. Mi aiutò così a sodomizzare la figlia e, quando fu il momento, si diede da fare con mani e dita e lingua affinché la mia eiaculazione durasse il più lungo possibile nel retto di Jasmine.
Una volta venuto, lei si fermò con delicatezza, mi lasciò sfilare e mi fece sdraiare pancia in su. Dopo una breve pausa diede indicazioni alla figlia e cominciarono a leccarmi partendo dai piedi per risalire prima agli inguini, poi all’uccello, poi su su fino alle ascelle. Sembrava che si fossero messe d’accordo per agire in modo speculare. Quando giunsero in cima, Jasmine mi baciò e Laura andò a prendermelo in bocca. Quando lo ritenne opportuno, si spostò e fece in modo che la figlia si infilasse il cazzo sedendosi sopra. Jasmine se lo infilò stando eretta per godersi il palo in corpo.
Poi la mamma venne a baciarmi.
- Devi venire quattro volte, – mi sussurrò. – Jasmine mi ha detto che puoi farlo.
- Sono qua, – dissi. – Datemi disposizioni.
Mi accorsi che essere trattato come un dildo umano non era poi così male…
- Dai mamma, – intervenne la figlia. – Goditelo un po’ anche tu.
- Tu che ne dici? – Mi domandò Laura con un sorriso malizioso.
- Vorrei inculare anche te.
- Sopraffino… Non avevo dubbi. – Commentò. – Facciamo un accordo?
- Sentiamo.
- Per ogni volta che ce lo metti nel culo – disse vincendo un naturale imbarazzo dialettico, – ci vieni anche in bocca… e in faccia.
- Mi sacrificherò… – Sorrisi.
Laura e Jasmine si alzarono e andarono a sedersi a terra sul tappeto, vicine vicine, una di fronte all’altra.
- Vieni qui in mezzo – disse Laura, indicando lo spazio tra lei e la figlia.
Mi portai in piedi tra loro due senza sapere cosa avessero per la testa, ma doveva essere anche questa una performance che avevano studiato.
Mi ero sistemato con le gambe larghe in mezzo a loro, con il culo dalla parte di Laura e l’uccello da parte di Jasmine. La cosa mi generò un senso di piacere intenso, anche se non avevo ancora idea di cosa avessero per la testa.
Poi però la figlia mi abbassò l’uccello con la mano fino a portarlo orizzontale, riuscendo così a infilarselo in bocca. Da dietro, la mamma infilò il naso tra le mie natiche, cercando di leccarmi il buco del culo.
Io adattai un po’ la mia postura per facilitare il loro gioco e in breve entrammo in sintonia. Nonostante le due scopate appena fatte, l’uccello si mise alacremente al lavoro per produrre una nuova eiaculazione.
- Vengo… Vengo! – Gridai per allertare Jasmine.
E lei infatti portò avanti ancora un paio di botte con la bocca per poi sfilarselo e godersi lo sperma in faccia. Ormai ero diventato bravo a inondarla e lei ne fu super eccitata. Quando finii lo sperma, pulii la cappella sul suo mento e lasciai che lei si alzasse andasse per andare a lavarsi.
Rimasto solo con la madre, mi girai e la feci alzare.
- Allora, che te ne pare? – Mi domandò, conoscendo la risposta.
- Diabolico! – Risposi. – Mi spiace aver esaurito lo sperma con lei.
- Non ho nessuna intenzione di restare a bocca asciutta. – Disse sicura di sé. – Quando torna ti giri verso di me e rovesciamo i ruoli. Lei ti lecca il culo e tu me lo metti in bocca. Scommetti che vieni di nuovo?

La mattina dopo mi prepararono una colazione coi fiocchi e iniziammo a parlare solo dopo il terzo caffè e la seconda brioche.
- L’esperimento è andato bene, – disse infine la mamma. – Adesso ti facciamo una proposta più articolata.
Restai ad ascoltare con un certo timore reverenziale.
- Anzitutto deve essere chiaro che il gioco lo dirigiamo noi.
Continuai ad ascoltare, d’altronde non si aspettavano una risposta.
- Quello che voglio… quello che vogliamo è poter disporre di te come stanotte almeno una volta ogni due mesi. Comunque quando ne abbiamo voglia. L’ideale sarebbe una volta al mese, ma non vogliamo essere pressanti.
Continuai a non commentare.
- Abbiamo bisogno di avere la certezza di poter contare su un uomo che soddisfi le nostre aspirazioni sessuali, senza complicazioni di sorta, nella massima riservatezza. – Precisò Laura. – Magari il suo futuro marito sarà dotato e abile come te, ma non vogliamo correre rischi e comunque suo marito resterà solo suo.
- E te? – Domandai.
- Per me è più semplice perché non cerco una relazione ma solo sesso.
- Allora – dissi, prendendo io la parola. – Lo scambio non è alla pari.
- Cioè?
- A voi piace sia prenderlo nel culo che in bocca, – risposi. – Quindi non potete scambiare una messa in culo con la messa in bocca.
Laura rimase sconcertata. Credeva - a ragione - che lo scambio fosse assolutamente alla pari. Ma volli rilanciare.
- Quindi voglio qualcosa in più da entrambe. – Proseguii. – Jasmine, quando mi assiste a fare foto, deve stare nuovamente senza mutandine.
- Accettato alla grande! – Rispose Jasmine.. – Era mia madre che voleva ridurre le tentazioni...
- Io ho qualcosa in più da darti, – disse invece Laura giocando d’anticipo.
- Sono tutt’orecchi. – Risposi.
- Si presentano da me quasi ogni giorno ragazze che vogliono fare da modelle o da indossatrici.
- Lo so, – ammisi. – Vengono anche da me che sono fotografo.
- Io però sono una donna che lavora nella moda.
- E cosa cambia?
- Che da me sono attirate come le mosche dal miele.
- Va’ avanti.
- Quindi pensavo di sottoporle a un provino, che potreste fare tu e Jasmine.
- E cosa cambia da come se lo chiedessero a me?
- A me dicono che sono disposte a tutto. Lo dicono anche a te?
- In effetti, no… E io comunque non voglio approfittare della mia posizione dominante…
- Non devi approfittarne, – concluse. – Io voglio vederle fotografate nude da voi e voi due dovete fotografarle nude. Per eccitarvi. Che ne dite?
- Sììì! – Esclamò Jasmine.
- Ehi, – risposi. – Ma allora vi piace proprio farmi eccitare da altre donne?
- L’hai capito solo adesso? A loro i preliminari, a noi la sostanza!

Fine
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